martedì 17 dicembre 2013

Orchi

Tra le tante razze che abitano le terre di Clivecraft, quella degli orchi è sicuramente la più odiata e con il passato più turbolento.
Sin dalle origini della storia, il popolo orchesco si distinse per cattiveria e brutalità. La loro bassa intelligenza fu sempre bilanciata dalla forza e arroganza, mantenendo rapporti di spada con gli altri popoli piuttosto che di diplomazia.
Il loro stile di vita nomade rispecchiò anche la loro impossibilità di stringere alleanze o compromessi con chiunque, poiché, ovunque andassero, distruggevano e davano fuoco a qualunque villaggio finisse lungo il loro cammino. Dovunque nascesse una comunità orchesca, piccola o grande che fosse, la terra intorno a loro veniva irrimediabilmente corrotta o distrutta.
Le foreste venivano bruciate, gli animali uccisi per divertimento; in breve tempo, qualunque luogo, si trasformava in deserto.

PRIMA ERA
Durante la prima Era, furono pochi i popoli in grado di contrastare la loro forza distruttiva. Clivecraft era ancora una terra in via di sviluppo, e i focolari di guerra s’innalzavano ovunque l’occhio riuscisse a posarsi. In questo contesto, gli orchi proliferarono velocemente, poiché meglio si adattarono a quel tipo di vita “primitiva”. Le grandi città umane erano veramente poche, e in continuo contrasto per il predominio di territori sempre più ampi. Gli orchi non stavano dalla parte di nessuno, ma spesso, una città indebolita dalle guerre, cadeva inesorabilmente a causa di un loro intervento incondizionato, spinti solamente dal desiderio di sangue.
I villaggi più piccoli, invece, non potevano quasi nulla contro la loro selvaggia sete di battaglia. Depredarono ovunque, muovendosi rapidamente e scontrandosi anche contro altre tribù o comunità di loro simili.

CATACLISMA
Durante l’Era del disordine, il numero degli orchi che imperversava per le lande distrutte dal cataclisma, si ridusse di molto. A causa della loro vita nomade, non ebbero molti modi per difendersi dalla carestia e dalle malattie. Indeboliti dalla fame, e cacciati ovunque andassero, finirono per uccidersi a vicenda, in un continuo susseguirsi di faide tra le varie tribù.
La loro fama di distruttori fu soppiantata da quella meno intimidatoria di predoni delle terre selvagge. Ma in quell’epoca, gli orchi non erano gli unici a vivere sul filo della sopravvivenza.
Molti popoli di ogni razza si trovarono a combattere per la vita, in un mondo che non sembrava essere più il loro. In questa continua ricerca di un posto che fosse sopravvissuto all’olocausto, gli orchi dovettero confrontarsi con popoli temprati dalle condizioni avverse: più resistenti, più combattivi, e più selvaggi; quasi quanto loro stessi.
L’epoca in cui uno sparuto gruppo di orchi riusciva a sbaragliare una guarnigione militare, era ormai finito, e ora avrebbero dovuto fare i conti con il loro passato.
La loro peggior minaccia divenne il popolo elfico che, mossi dalle loro nuove responsabilità di risanatori del mondo, gli diedero la caccia nel tentativo di sterminarli.

SECONDA ERA
Nonostante l’odio viscerale verso ogni membro di questa razza, gli orchi sopravvissero fino alla seconda Era, ma dovettero imparare a nascondersi e a collaborare tra loro stessi.
Le loro scorribande non sparirono mai del tutto, ma col tempo divennero più ragionate e non più mosse solo dall’istinto. I loro territori si concentrarono tra le montagne più impervie o i boschi più intricati, in modo da scoraggiare chiunque volesse continuare il loro sterminio. Con il tempo, molti di questi luoghi divennero famosi per la loro presenza, andando a creare alcuni pericolosi confini con queste zone.


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